07 marzo 2008

Ambiente e stili di vita

Il tema principale che ha caratterizzato il passaggio dal ventesimo al ventunesimo secolo e che continua a caratterizzare i nostri giorni è senza dubbio la questione ambientale. Se non bastassero gli allarmi continuamente lanciati da numerosi scienziati, ci pensano fatti clamorosi sia in positivo, come il Nobel per la pace ad Al Gore, che in negativo come la tragedia delle immondizie napoletane a ricordarci che è arrivato il momento di ripensare il nostro atteggiamento verso il pianeta. Spesso e volentieri secondo me si ha però un approccio sbagliato al problema, un approccio puramente allarmistico che circoscrive le discussioni sull’ambiente a poche urla isolate che impediscono una discussione serena e foriera di soluzioni convincenti e praticabili.

Il punto centrale da approfondire è come tutelare l’ambiente in una maniera che non solo sia vantaggiosa per la popolazione a lungo termine ma che proponga immediatamente vantaggi tali da rendere appetibile una svolta radicale nella cultura ambientale dei cittadini. Non può infatti esistere una politica ambientale efficace ed efficiente se questa non riesce ad avvalersi della collaborazione dei cittadini.

La partecipazione e l’educazione all’ambiente sono momenti imprescindibili affinché a partire dalle nuove generazioni si sviluppi quel rispetto per i beni ambientali che può e deve essere il motore per realizzare uno sfruttamento economico degli stessi che sia compatibile e lungimirante. Tale politica può però portare solo frutti a medio/lungo termine e, sebbene necessaria, non può considerarsi di per sé sufficiente. Occorrono interventi che producano da subito effetti concreti nella vita delle persone: occorre sviluppare una politica basata su premi ed incentivi che stimolino la partecipazione della cittadinanza a quella che va percepita come una missione comune nei confronti nostri e delle generazioni future: la salvaguardia del nostro territorio.

L’ente Provincia in questo ambito è dotato di competenze ampie ed impegnative che in questi ultimi anni ha però dimostrato di non saper gestire adeguatamente trascinando e trascurando problematiche che avrebbero dovuto essere al centro di una saggia politica proiettata nel futuro. La situazione attuale è sicuramente una situazione di crisi, una situazione che ci pone sull’orlo di un precipizio dalla quale però siamo certi che il nostro territorio saprà uscire. Per conseguire questo obiettivo fondamentale sarà valorizzare quei picchi di eccellenza che pure sono presenti e che proprio una mancata pianificazione strutturale ha impedito di sviluppare in maniera adeguata e di rendere competenza diffusa.

L’esperienza del consorzio A&T 2000 nel settore della raccolta rifiuti è sicuramente uno di questi esempi. La stella polare che deve guidare l’attività politica in questo settore non può che essere solo una:la raccolta differenziata. Il modello citato, che già da qualche anno opera in numerose realtà comunali del territorio provinciale, dimostra come attraverso l’impostazione di una politica che renda responsabile il cittadino delle sue azioni, premiando i comportamenti virtuosi, si possano raggiungere risultati straordinari. Non si possono definire altrimenti le percentuali elevate di raccolta differenziata raggiunta in comuni come Premariacco (oltre l’80%), Codroipo, Campoformido: valori che sono già ben oltre quelli richiesti dalle normative europee del settore per il 2011 e che pongono questi comuni all’avanguardia. A fronte di un modesto impegno organizzativo che viene richiesto ai cittadini nella selezione dei rifiuti i vantaggi che ne derivano per gli stessi sono molteplici e immediatamente percepibili:
- minor produzione di rifiuti da conferire in discarica
- eliminazione dalle strade dei cassonetti e conseguente maggior decoro delle vie
- applicazione di una tariffa strettamente legata alla quantità di rifiuti prodotti con risparmi per i cittadini virtuosi
Il modello partecipativo sviluppato attraverso incentivi e premialità ha quindi già dato buona prova di sé. Applicarlo a tutto il territorio provinciale attraverso la creazione di un gestore unico che si occupi di realizzare questo modello di raccolta è un obiettivo che nel giro di pochi anni sarebbe in grado di razionalizzare il sistema e far rientrare l’emergenza.

La creazione di un sistema virtuoso di riciclaggio di questo tipo può aprire anche prospettive d’impresa da non sottovalutare: la gestione tecnologicamente avanzata di questo ciclo se adeguatamente ottimizzata può rivelarsi un business appetibile per le aziende del settore che insediandosi nel nostro territorio creerebbero interessanti ricadute occupazionali.

Ma il ciclo dei rifiuti non è certo l’unico problema ambientale del nostro territorio. Le recenti vicende economiche ci hanno dimostrato in maniera inequivocabile come la nostra economia abbia negli anni mostrato un interesse smodato al profitto immediato tralasciando la visione del futuro e delle sue problematiche. La dipendenza dal petrolio per la produzione di energia si è rivelata in tutta la sua imponenza proprio nel corso degli ultimi anni. In questo settore scontiamo ritardi preoccupanti nello sviluppo di risorse energetiche alternative ai carbon-fossili.
Fortunatamente la politica regionale, e quella nazionale con l’ultima Finanziaria, hanno prodotto su questo versante qualche segnale di novità che va colto e sviluppato in maniera convinta. La tecnologia fotovoltaica ha rappresentato in questi anni la nuova frontiera delle energie rinnovabili iniziando ad avere uno sviluppo sul territorio sporadico ma incoraggiante. L’ente pubblico deve in questo caso svolgere una funzione di volano per il definitivo affermarsi di questa opportunità di creazione di energia pulita. La Provincia è proprietaria di numerosi immobili che possono fungere da esempio di produzione energetica a basso impatto ambientale. Rendere gli edifici pubblici dei produttori di energia pulita sarebbe il miglior spot pensabile per sensibilizzare la popolazione ad adottare metodologie di approvvigionamento energetico alternative.

Mi sembra infine appropriato affrontare anche un terzo tema critico della questione ambientale: i trasporti. Anche qui i meccanismi di incentivazione sono una risorsa efficace per lo sviluppo di una sensibilità dei cittadini che vada nella direzione opposta a quella attuale dove si afferma una preoccupante riduzione del numero di passeggeri che ogni autovettura trasporta. Razionalizzare il trasporto su gomma ha sicuramente molteplici aspetti positivi andando a ripercuotersi sia sulla questione ambientale che su altri aspetti quale la sicurezza stradale. Demonizzare l’uso dell’automobile è però controproducente. Sarebbe molto più utile invece promuoverne un uso più consapevole e comunitario. Il potenziamento dei mezzi pubblici (doverosamente attuabile all’interno dei grandi centri urbani) è difficilmente proponibile nelle zone periferiche della provincia dove si riscontra il problema opposto della frequente carenza di passeggeri specie nelle zone più spopolate. Ecco dunque che sarebbe assai più produttivo incentivare l’uso comune dell’automobile favorendo il crearsi di micro gruppi di utenti che quotidianamente condividano il mezzo di trasporto che li porta sul luogo di lavoro o di studio. Convincere due studenti che abitano nello stesso paese o due operai che abitano in due paesi vicini ad usare lo stesso veicolo per raggiungere le loro destinazioni quotidiane porterebbe ad una diminuzione netta del traffico veicolare, limitando conseguentemente i danni ambientali che da ciò derivano. Questo modello di trasporto può anche essere visto come una delle soluzioni ad uno dei più noti problemi giovanili: le stragi del sabato sera una delle prime cause di morte per le giovani generazioni. Incentivare il trasporto di gruppo mediante convenzioni con i locali da ballo che premino l’autista che si accolla la responsabilità di riportare a destinazione 2 o più amici (tramite ingressi omaggio o altre agevolazioni) sarebbe una strada coraggiosa ed innovativa per evitare che la repressione e i controlli siano l’unica via per contrastare questa piaga sociale.

Un trasporto consapevole dunque non è solo un mezzo per evitare danni ambientali ma anche l’opportunità di tutelare la vita umana e quello che è il maggior capitale che la società possiede: i giovani.

Risulta quindi evidente, da questa sintetica analisi, come non esista una soluzione univoca alla questione ambientale ma come l’unica metodologia adeguata sia quella che inserisce diversi interventi nell’ambito di un piano organico che l’organo politico ha il compito di progettare e poi concretamente realizzare con strumenti quali gli incentivi e gli sgravi fiscali che se andranno a pesare nell’immediato sul bilancio pubblico, a distanza di breve tempo potranno produrre risorse non solo ambientali ma anche economiche tali da giustificare ampiamente l’investimento.

Luca Braidotti
Coordinamento Provinciale Giovani Democratici

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